Michele ci parla di un poggio, del poggio sul quale è sorto e adagiato San Giorgio Ingannapoltron come punto focale, terra degli avi. Ci parla del lago in lontananza, come per volerci dire che la linea del suo orizzonte è lì per accarezzare pupille stanche. E di questa bellezza che rincuora, di cui lui bambino si imbeve e si nutre. Sino a questi dipinti dei luoghi, per la loro e nostra salvezza. Sino adonarci questo canto d'amore. dalla prefazione di Ada Crippa