«La poesia di Daniela Pericone è contrassegnata da una profonda raffinatezza della voce, ottenuta attraverso una forma di temperanza che si situa tra l'espressione chiara ed espressiva di ciò di cui parla e il nascondimento, l'allusività dettata dalla discrezione della stessa voce. Non si arriva mai alla definizione precisa e lampante del fondamento che muove il testo, neppure quando il riferimento è chiaro come, ad esempio, il riecheggiare di Eliot o Montale, oppure la straordinaria, estesa èkphrasis caravaggesca della quinta sezione; eppure è sempre come se si sapesse che un'occasione esatta esiste, un suggerimento sorgivo che potremmo definire addirittura materiale, da cui ha inizio la sua voce e che rappresenta il vero interesse del canto. È la stessa temperanza che dà equilibrio al ritmo e alla riservata musicalità di una poesia che sembra lungamente meditata, fino a centellinare i singoli vocaboli e accenti...» (Dalla prefazione di Gianfranco Lauretano)