Nelle poesie più riuscite, sono piccole, fugaci visioni quelle che Pavese coglie, momenti irripetibili della vita. Sono poesie, quelle di Pavese, che trasudano mito, dalle quali può sbucare fuori da un momento all'altro una ninfa, una dea in sembianze umane. Le donne sono spesso protagoniste: alcune sono sfrontate, ribelli, vitali, scaltre; altre pagano le loro trasgressioni, restano chiuse nel loro mondo. Quanto alla metrica, Pavese sceglie un verso ampio, libero, regolato da accenti ritmici e valori fonici in virtù dei quali le poesie, se lette ad alta voce, risuonano quasi come delle cantilene. Queste inaugurano una nuova stagione neorealista della produzione poetica italiana, che fa da contrappeso alla lirica dell'ermetismo di moda in quegli anni.