"Il conto, si sa, arriva alla fine, quando, anche, si fanno i conti: arriva dopo aver consumato, o diciamo vissuto. [...] Non perdere il conto significa non lasciarsi sfuggire ciò che deve essere tenuto in considerazione; significa una difesa dal caos che la vita fa dilagare quanto più si allunga: la furia dei tempi diversi, che si intrecciano e si scambiano, l'incalzare dei trapassati, la pretesa del presente troppo pieno di cose. Non perdere il conto vuol dire anche gestire la partita doppia della vita: stare sul pezzo, senza essere travolti; in un equilibrio sempre da rifare tra nessi logici e legami onirici, come ricorda la prima poesia del libro: "ma ancora segno / per non perdere il conto", e poi "ma ancora sogno / per non perdere il conto"."