Il "filo rosso" che percorre "Fermare il vento" è Qohélet, il predicatore antico che scandisce con la sua sapienza un percorso esistenziale di una umanità sempre in bilico. Sulla scena del tempo, ritmando tra eventi e volti di protagonisti, vivono le suggestioni di speranze coltivate, di sogni accarezzati e progetti svelati in una dimensione che trascende il cuore e la mente e guarda l'oltre tra i segni della bellezza, le emozioni degli incontri, lo stupore di un mondo dove "c'è una dolcezza nella luce/ e fa beati gli occhi/ vedere il sole" (Qo 11,7). La vita si dipana su dolci pendii e gli affanni e le paure sono il vento incontenibile di una soluzione finale che rimane come misterioso approdo di un itinerario che non prevede di "fermare il vento" (Qo 8,8), e per questo il sapiente invita benevolo: "va' dove va il tuo cuore/ va' dove va lo sguardo dei tuoi occhi [...] e sia il ritorno alla terra/ della polvere che lo fu/ e torni al Dio che lo ha dato/ il soffio animatore" (Qo 11,9; 12,7).