In questa raccolta Ruffilli traccia una vera e propria fenomenologia dell'amore. Non l'amore idealizzato di tanta tradizione poetica, ma l'erotismo come "campo di battaglia", come "corpo a corpo" tra due persone che vogliono nello stesso tempo vincere e perdere. Due persone complete, fatte di carne, ossa e fantasmi. Poesia di furore, violenza e crudeltà che fluisce in forma di canzonetta o di aria dapontiana, ma con sonorità irregolari e sincopate, tutte novecentesche e contemporanee. Pulsione alla fusione, egoismo, cannibalismo reciproco: l'amore è rappresentato in questi versi come un insieme di contrari, dunque una situazione primigenia. La voce poetica che la esprime affonda a sua volta in un fluido magma di arditezze e di eleganza, del tutto originale anche nel percorso poetico precedente dell'autore.