"La voce a te donata" non nasce su ispirazione dell'opera di Salinas da cui - per calco - è tratto il titolo, ma in essa si riflette. Dal "dovere" al "donare" una voce, non c'è grande spazio di manovra quando poetare è una necessità, ma nel centimetro di differenza è racchiuso il volto di un "Tu". L'incontro come viaggio dalle fattezze solite e panorama ignoto, prepotente si riflette e conduce. Tu, maschera e specchio, ma soprattutto sguardo. L'Altro sguardo per sentirsi, per narrare ciò che di me tracci tu coi tuoi occhi. Tu, doppio e unità, presenza-assenza, a formare un noi di nuova identità soggettiva. Per cantare il "Mondo" senza cui non esiste Mondo, per cantare alla "Vita" senza cui non esiste Vita. Dire fondo oltre il dolore fondo, sporti al margine del tempo finzione dell'esistere. Per trovarti, al di là, più oltre di te.