"Questo libro di Ottiero Ottieri consta di due parti che si innestano l'una nell'altra con una logica che potremmo definire teatrale: la prima parte è corale, contiene più voci che si intersecano e si affollano sui temi del rapporto tra sesso, malattia e morte, con la scansione di una specie di motivo conduttore che ritualizza ironicamente la pervasiva presenza anche intellettuale della televisione: «Solo la tv prosegue il suo corso». Nella seconda e più vasta parte riprende invece tutto il suo spazio quella voce monologante dalla irripetibile misura, comica e drammatica, sboccata e intenerita, parodica e serissima cui Ottieri ha abituato i lettori dei suoi libri di poesia. (...) Versi memorabili, che tagliano come un coltello, pieni di strazio e di una forma dura, non accondiscendente, di pietà." (Giuseppe Conte)