Nella sua lirica la poetessa tedesca Nelly Sachs (Nobel per la Letteratura 1966) rielabora il tragico destinodel popolo ebraico. Tra poesie retoricamente elevate e profondamente cupe, spiccano gli "Epitaffi scrittis ull'aria", brevi ritratti poetici di cari scomparsi, amici e conoscenti, a cui la poetessa dedica immagini di ricordo. Anche se, virtualmente, Sachs innalza alle vittime i marmi sepolcrali negati dai carnefici, dietro ai suoi versi percepiamo persone vive. In una lingua intima e sofferta queste figurazioni cifrate di destini individuali svelano e contemporaneamente celano frammenti di vite scomparse. Gli "Epitaffi scritti sull'aria" rappresentano una provocazione per il lettore che, disarmato, si confronta con quel silenzio irriducibile di cui parla George Steiner in "Linguaggio e silenzio".