La silloge poetica si intitola In fieri e si compone di due raccolte: In fieri e Claustro. Covid-19. Le liriche dell'autrice nascono dall'osservazione della realtà che la circonda, la prossimità degli affetti, il dipanarsi del quotidiano e dell'ordinario. Ma della realtà si percepiscono solo lacerti, brandelli, che talvolta fisso sulla pagina con versi spezzati e franti, nella consapevolezza che la comprensione non è definitiva e, sicuramente, parziale. In fieri è la riflessione sul tempo che passa, la natura che muta, gli affetti che rivaluti quando - forse - è troppo tardi. Claustro. Covid-19 nasce dallo smarrimento per questi giorni incerti, nuovi per tutti, che costringono a interrogarsi sul senso dell'esistente. L'autrice però credo che le "parafrasi", e le spiegazioni in genere, uccidano la poesia che per sua natura deve essere evocativa. Per questo gran parte delle sue "nugae" non hanno titolo, perché non sono univocamente definibili; piuttosto, le piace pensare che il lettore le pieghi dando l'interpretazione che ritiene: come figli adulti, che prendono una strada completamente diversa da chi li ha generati. Prefazione di Rosita Copioli; nota di Franco Ferrarotti; postfazione di Massimo Pulini.