Il percorso scelto dall'autrice sembra inevitabile: attraverso il ricordo, rivissuto come una sorta di pensiero fisso su ciò che è accaduto e soprattutto su ciò che era prima, viene rielaborata, in ogni sua particella minimale e dolorosa. Poi, oltre la metà della raccolta, pare altrettanto vero che, a un certo punto, accade qualcosa di nuovo, che segna un determinato momento in cui cambia la scena, cambiano i sentimenti e cambia addirittura il modo di scrivere dell'autrice che diventa più scarno, con meno aggettivi e proclami, scandito da un ritmo più tagliente, in contrasto con l'apparente inizio del disgelo.