È un'opera complessa "Al Giorno", epiteta chiusura della quadrilogia "Stuparich", che spazia dalla poesia alla prosa, dalla terza persona all'impersonificazione dell'io, in un susseguirsi continuo e originalmente cadenzato di immagini/luoghi del presente e del passato. Capirossi Morganti, qui in vesti immaginarie, è alla ricerca della verità; perciò rovescia e reinventa il viaggio e la meta, lo spazio e il tempo delle parole, dei versi, difendendo la più astratta concezione di realtà. Una poesia, la sua, che "taglia la parola", la rimodella, la affina, e la riconsegna al lettore: una gioventù sorpresa dagli aranci invernali, un transito nel rosso del mattino, un internarsi della rosa. E ancora: una pioggia che scende al mare, una neve perigliosa, un buio mare che piange di spuma. Una fascinazione del bello, possiamo dire, un'adiacenza mistica tra vissuto e insondabile speranza, una sinestesia tra distinto e indistinto, ebbrezza e dolore, una sublimazione del vero. (Davide Cuorvo)