La raccolta poetica degli ultimi cinque anni di attività di uno dei più strani casi di poesia in lingua italiana. Uno slavo-svizzero-ticinese autodidatta folle e impenitente, anarchico e situazionista, sempre visionario, che la critica specialistica ha definito "poeta dell'autosuperamento". Ha introdotto in Italia la "stand-up poetry" e coniugato l'acronimo P.O.P. per intendere quella "poesia orale prestante". "Libro massimo di poesia" contiene versi per lunghi e brevi respiri, per la lettura ad alta voce nei caveau di una banca o in silenzio in loco, prose poetiche, sketches à la newyorkercartoon, slogan tobogan, definizioni per liberarsi dalla zavorra del senso, revival e nonsense per spassarsela sopra le nuvole, approssimazioni, trovate concettuali e un breviario jugo per ogni evenienza. Un apparato letterario per metà illustrato in grado di sorprendere e pervertire.