Pietre di lingua, e parole come pietre, nel libro espongono il gravare e dissiparsi di storie e identità, anche etnie e popoli. Nel testo si dà voce a una sorta di "principio di sovrapposizione della vivenza", e a un'asciutta, sommessa esortazione al lettore: a una riflessione sulla responsabilità etica verso ciò che, vivente, rischia di perdersi, scomparire.