È un Ubaldo Mazzini pressoché sconosciuto il giovane autore di questi versi mordaci, che si firma 'Gamin', parola francese che indica il monellaccio impertinente. Pubblicate sui periodici locali 130 anni fa, le 'rime irriverenti' testimoniano anche la passione politica e la 'verve' del grande intellettuale spezzino. Gli scritti giovanili del Mazzini sono firmati con quello pseudonimo che al lettore contemporaneo rivelava subito una presenza diversa, originale, distante da quella del tipico cronista dell'epoca poiché, tra i tanti meriti dell'Ubaldo figura anche quello di aver rappresentato sentimenti popolari diffusi elevandoli, pur nei toni scanzonati della satira, a pura poesia. Le 'rime irriverenti' del Mazzini, qui raccolte per la prima volta in un volume unico, sono introdotte da un ampio saggio di Alberto Scaramuccia sull'autore e la sua opera, a cominciare dall'origine dell'inconsueto nomignolo. Le 'rime' sono inquadrate sul piano metrico e stilistico con puntuale riferimento al contesto socio-politico del tempo e ci offrono un punto di vista inedito sulla Spezia di fine Ottocento.