«Dormono, dormono, dormono tutti quanti sulla collina»: duecentoquarantatré lapidi nel cimitero di Spoon River raccontano in un breve giro di parole altrettante vite suggerendo una situazione, un ricordo, un paesaggio, un'immagine, un gesto. E senza requie la penna di Edgar Lee Masters inchioda ciascun personaggio all'attimo decisivo della sua esistenza. I defunti si svelano come mai era accaduto in vita e la loro voce, che soffia da dietro le lapidi, denuncia insieme al rimpianto e alla nostalgia un perdurante desiderio di riscatto per non essere stati quelli che potevano essere. Composti tra 1914 e 1915, sistemati definitivamente nel 1916 e pubblicati in Italia nel 1943 per volontà di Cesare Pavese, gli epitaffi di Spoon River compongono una grande commedia di caratteri, un esemplare catalogo di ruoli, un'ironica, commovente e universale enciclopedia di dolori, rimpianti ed emozioni che tuttora mantiene - come voleva il suo autore - l'indubbia efficacia di una felice «rappresentazione epica della vita moderna».