Un eterno cammino in bilico tra la notte e l'alba, indeciso sulla soglia del buio ma irrimediabilmente attratto dalla potenza accecante del sole. Un pugno di parole schierate contro al dolore e la solitudine che ancora si permettono il lusso di resistere. Queste liriche dosano l'irriducibile dolore dell'esistenza, perpetua ombra che non conosce distacco, ma che talvolta può divenire certezza e compagno di traversata foriero di parole nuove, persino di consolazione. Scenari e ritratti esotici a tinte vive come le tele di Gauguin, il mare e i suoi volti dagli zigomi bruciati, campagne e paludi brulicanti di vita, i monti lontani che disegnano orizzonti di luce e distanza, eterni campi di stelle in cui versare giorno dopo giorno il pesante aratro della speranza, con l'incertezza del futuro che abbaglia e confonde tipica della giovinezza. La poesia di Massimo Vecoli si fa forte della tradizione per rinascere leggera e finalmente nuova: semplice e dall'inusuale potenza, è pura musica libera da orpelli letterari e desueti, è vita randagia in cerca d'assoluto.