"Sensazioni di estraneità, assenza, vuoto, smarrimento, rimpianto: queste le prime condizioni emotive che sollecitano il pensiero del lettore quando si imbatte nel volume di poesie di Ketti Martino. 'Del distacco e altre impermanenze' è un titolo a-poetico, esposto a una sorta di espiazione esorcizzante che, con secchezza e puntualità simbolico/oggettiva, condensa un'assenza psicofisica, metaforicamente espressa o rappresentata, intesa come una combinazione di forze ed energie in continua evoluzione. Un racconto lirico, quasi un monologo struggente ed evocativo dove la nerezza del male e della malattia sbiadisce, perché la poesia ha bisogno di uscire da sé per congiungere ogni spazio terreno ed essenziale, ogni sconcertante testimonianza intima, all'ascendenza intellettuale e spirituale del Creato. Le tre sezioni della raccolta conservano una forma poetica pura, viscerale, moderna che non trascina in cliché romantici e che non riporta segni di paradigmi ovvi di ispirazione tematico/esistenziale descrittivi di vita vissuta [...] La morte non è l'abbandono da ciò che è in comunione eterna con noi, perché è essa stessa parte della creazione; per questo motivo i componimenti di Ketti Martino cercano di instaurare una reciprocità caleidoscopica implicando movimenti e moltiplicazioni dialogiche con l'altro mondo..." (dalla prefazione di Rita Pacilio)