"Basta attendere" indaga la percezione del tempo: "l'attesa" intesa come spazio temporale minimo e indispensabile è il filo conduttore della silloge. Una sorta di lenzuolo che accoglie tutte le esigenze che l'autore ha attraversato negli anni. In un'epoca basata sulla precarietà, saper attendere è un modo per affrontarne l'incombente, costante e problematica incertezza.