I riflessi sono l'immagine allo specchio, quell'altro da noi che ci costringe a scrutarlo per coglierne l'intima essenza, per accertarci davvero se noi siamo così. Marta Buttini compie appieno questo sforzo, travalicando la sua indole emozionalmente pudìca, per dire: «Ecco, io sono questa». Non è un caso che il primo verso del primo testo sia una certificazione del proprio io: «Sono una donna nuda e vulnerabile» ("Guardami dentro"), una definizione dei propri contorni che lo specchio rimanda indietro senza filtri o vestiti che impediscono «di vedere cosa c'è nell'ombra» ("Maschere").