I "pronomi" del titolo sono le immagini che ci avvolgono e che sono "personali" perché c'è la necessità di un soggetto forte, un "io" che vorrebbe diventare un io di tutti. Marco Corsi cerca di mettere insieme, con le parole, una piccola "ragione emotiva", tra razionalità e ferita sentimentale, per permettere il passaggio a una dimensione più ampia di significato e di esistenza: "Lavoriamo per giorni sopra le parole; da giorni lavoriamo silenziosi intorno al nero. (...). Disegniamo immagini nere e silenziose. Lavoriamo di silenzio e di nero. Un nero che sembra la notte".