Quella che Paolo Manetti è venuto tracciando nel corso di un trentennio è la fisionomia di una poesia dal forte carattere identitario conferitelo dal suo non più intermesso fondarsi su di una marca stilistica lirico-elegiaca che si articola in modo antifrastico attorno a un pensiero del tutto disincantato, meccanicistico e nihilista, che ha al proprio centro la precisa coscienza della casualità e della sostanziale vanità del tutto.