Tra i massimi poeti russi del primo Novecento, Majakovskij è apparso subito quello che meglio di tutti incarnava gli ideali della sua epoca, tanto che la sua vicenda personale, fino al tragico suicidio, è venuta a rappresentare una sorta di archetipo di quegli anni di grandi speranze e di drammatiche delusioni. Ma Majakovskij è stato soprattutto un grande poeta, ben prima e ben oltre la rivoluzione d'ottobre, di cui è stato il più accreditato cantore e che forse ne ha restituito un'immagine troppo parziale; e questa nostra antologia lo dimostra ancora una volta, scegliendo poesie e poemetti che definire semplicemente "d'amore" è certo riduttivo - come del resto per tutta la grande poesia d'amore -, ma che ci mostrano l'aspetto più intimo della sua ispirazione. Come scrive Marilena Rea nella prefazione che accompagna questa sua nuova traduzione: «Sfogliando queste pagine avremo l'impressione di solcare la materia dell'amore, cioè quelle emozioni primarie come gelosia, rabbia, bramosia, attrazione, che fanno scalpitare il poeta, lo fanno girovagare insonne per la città in piena notte, lo fanno urlare al cielo dalla frustrazione. Come tante finestre aperte sul cuore, le poesie ci mostrano senza veli il fuoco che alimenta la sua anima: le amanti con i boa di strascichi di comete, le signorine dai modi ora pudichi ora civettuoli, l'amata che si macchia di tradimento, la dolce signorina americana che affila lamette Gillette in mezzo all'indifferenza dei ricchi passanti capitalisti, un amore negato che scatena una funesta tempesta che sovverte l'ordine universale delle cose...».