In questa raccolta, scandita per lunghi diagrammi anche di civile e sdegnato dolore, risulta evidente la difficoltà nell'instaurare un equilibrio fra la vocazione morale e la presa di coscienza del significante di atti, memorie, esperienze, situazioni, sentimenti, dissacrante ironia, accorato e struggente dialogo con i morti, dichiarati sempre con lucida efficacia, nel rifiuto di ogni decorazione e di ogni cedimento al patetico. Il poeta si pone come cavia, carne viva, che sperimenta con perspicuità le debolezze etiche e i limiti oggettivi in cui si dibatte la nostra esistenza, rappresentando delusioni e avvilimenti con dolore e con disperazione, secondo l'unico modo concesso all'artista che è quello di offrirsi alla vista di tutti, piagato e irriso, come un san Sebastiano, affranto ventriloquo dalle ultime dall'inferno.