Il canto dell'elefante ha un suono sordo. È custode della conoscenza, di una memoria antica legata a un tempo altro, remoto e presente. Detentore della storia, svela il suo ruolo: essere un monito per l'uomo incapace di vedere. Il suo canto risuona lento e inesorabile, e prende forma attraverso la parola. Quella parola capace di farsi seme, e di volare, priva di radici se non quelle dell'aria che la trasporterà altrove, per poi depositarsi solo dove la terra sarà fertile e potrà generare forme nuove.