Ripubblicare dopo 125 anni l'esordio poetico di Luigi Pirandello significa tornare su una questione affrontata dalla critica soprattutto in virtù della produzione futura, trascurando quanto di buono (multa bona mixta malis, scrisse in proposito Arturo Graf) si può ancora ottenere da una lettura vergine di "Mal giocondo", la raccolta che l'autore ventiduenne era riuscito a farsi stampare dalla libreria "Pedone Lauriel" appena acquisita dal torinese Carlo Clausen, a Palermo, nel 1889, cioè alla vigilia della sua partenza per Bonn, dove si recava per terminare gli studi filologici dopo un attrito avuto a Roma con il professore di letteratura latina Onorato Occioni. La prima stagione pirandelliana, sia per un motivo di precedenti culturali che per il calibro spontaneo di una velleità imbevuta di tradizione, è dunque in poesia.