"Richiamare il valore della semplicità e della chiarezza è oggi operazione degna di lode, perché è un valore abbastanza mortificato, oltre che nella realtà quotidiana (a partire da quella politica), in letteratura e soprattutto in poesia. Né letteratura e poesia possono astrarre dalla realtà di ogni giorno. Con "Il Grande amore perduto" Nicola Bianco si fa portavoce della semplicità in poesia: nel suo linguaggio, nei suoi "schemi", nei suoi contenuti. La proclama e la difende a spada tratta, a fronte del proliferare di artificiose e cerebrali espressioni che pretendono di definirsi poetiche." (Dalla prefazione di Antonino Cangemi)