"Alla terra i miei occhi" di Mauro Liggi è un libro di resilienza, un viaggio nella fragilità, nel lutto che non cancella la meraviglia per il mistero della vita. Nel buio della perdita, l'amore, l'amore carnale, è la risposta alla morte. L'anima piena di stupore, impotente ma non arresa all'infelicità, alle cicatrici del mondo di cui rivendica l'estraneità pur abitandolo in pienezza, trova sempre un sentiero verso la bellezza, nelle piccole cose che lo circondano, in spazi aperti di speranza. Un libro in cui si percepisce l'urgenza espressiva, nei contenuti e nello stile, asciutto, scabro, sintetico ma non per questo poco esaustivo. Caduta e riscatto, ribellione e supplica, passano per la stessa cruna, andata e ritorno sono il viaggio quotidiano che accomuna l'incessante peregrinare. "È di pietra, la poesia di Mauro Liggi, ma anche di mirto, di sale, di lava e di ogni elemento naturale senza diluizione" (dalla prefazione di Anna Segre).