Parole e sentimenti antichi che trovano nuovo posto nella contemporaneità: si potrebbe riassumere così l'essenza della lirica di Konstantinos Kavafis, che si pone idealmente all'incrocio tra poesia europea moderna e classicità ellenica. Contemporaneo di D'Annunzio ma anche di Pirandello e Yeats, di Schnitzler e Proust, Kavafis sceglie una collocazione defilata, ai margini, e grazie a questa sua solitudine si trova ad avere una prospettiva d'osservazione privilegiata sul mondo. Ne nasce una lirica atipica, petrosa e "nuda", caratterizzata dal "tono di voce" dell'autore , che si piega ad assumere quello dei moltissimi protagonisti della sua poesia, esprimendo punti di vista inconsueti in un'ottica originale, unica, inconfondibile. Le poesie di Kavafis ci riportano indietro nel tempo in una memoria che è sia storica che privata, tra evocazioni vivide e fugaci impressioni. Coesistono passione erotica e momenti di raffinata sensualità, che donano nuova linfa vitale alla cultura greca e mostrano un passato inscindibile dal nostro presente. Pur avendo trascorso la vita a ricercare la forma perfetta per i suoi componimenti, Kavafis non fu mai del tutto soddisfatto nonostante elogi e riconoscimenti, inconsapevole, forse, di aver lasciato tra i versi più evocativi e intensi della poesia di ogni tempo.