"Una volta credevo che la scienza si occupasse / solo di certezza. Più tardi ne ho riconosciuto il mistero" scrive Katherine Larson, biologa molecolare e rivelazione della poesia americana, qui per la prima volta in italiano. "Nel mio laboratorio le cellule immortali / di un tumore si dividono e dividono... / niente è sublime o lo è ogni cosa": il suo modo di concepire l'esistenza nasce dalla consapevolezza di essere stati prima di tutto misteriosamente visti, e di esserlo stati insieme al più piccolo filo d'erba e al moto migratorio delle nuvole. Anche per questo nella Larson non si trova mai il tentativo di spiegare, perché "non esiste un linguaggio per questo, / per il modo in cui ti vedo quando splendi". Così questa nuova poesia a molti appare come il baluardo per la difesa della civiltà occidentale.