L'opera poetica di Joyce è rappresentata da due brevi raccolte: le trentasei poesie amorose di Chamber Music (Musica da camera), già apparsa in questa collana, e Pomes Penyeach, un volumetto ancora più esiguo, composto di soli tredici testi di varia ispirazione. Già il titolo di questa seconda raccolta, da noi reso con Poesie un soldo l'una, così lontano dal più tradizionale Chamber Music, ci avverte di un grande cambiamento: tra il 1907, anno di uscita della prima raccolta, e il 1927 di Pomes Penyeach, molta acqua è passata sotto i ponti del grande scrittore irlandese, e non solo acqua dell'"Anna" Liffey, il fiume che attraversa Dublino, visto che Joyce da tempo ha lasciato definitivamente l'Irlanda. Soprattutto, nel 1922 Joyce fa pubblicare Ulysses, il grande romanzo cui ha lavorato per oltre dieci anni, che rappresenta un'assoluta novità, anche rispetto alla sua prima produzione, nella sua ricerca espressiva; mentre sta cominciando a lavorare a quel work in progress che diventerà, con il suo titolo definitivo, Finnegans Wake. Sono questi gli stessi anni in cui Joyce scrive le poesie di Pomes Penyeach, che dunque rappresentano il tentativo estremo della sua produzione poetica; anche se, a dire il vero, Joyce non abbandonerà mai del tutto la poesia. Come scrive Alessandro Gentili nella prefazione: «In Pomes Penyeach dall'ombra dell'intimo autobiografico viene a generarsi una complessa, misteriosa elaborazione che manipola e distorce casi e persone, rendendoli figure e immagini indefinite e indefinibili, con le poesie stesse che riescono spesso difficilmente interpretabili»; questa sua traduzione, documentata anche da anni di ricerche joyciane, offre ai lettori italiani l'incanto di testi che sono rimasti, anche per questa ragione, così poco noti.