In "Bestie imperfette", prima sezione di questa nuova raccolta, Ivano Ferrari sembra ripartire dalla "morte animale" messa in scena nella sua raccolta più famosa ("Macello"), esplorando una vita che è campo di battaglia, lager e chiesa e in cui gli uomini sono cinici carnefici. Ma nella seconda sezione ("La morte moglie") Ferrari guarda all'uomo, alla malattia che porta al trapasso, al "sottosuolo di voragini e firmamenti" che si aprono sotto le tombe e dedica questi versi alla moglie, strappatagli dall'altra sua compagna di vita e protagonista indiscussa della raccolta: la morte, appunto. Portando a termine un toccante percorso di esplorazione della profanazione e della violenza originale, Ferrari ci consegna una raccolta che stabilisce il "legame e la forte coerenza" tra le sue prime poesie e le ultime.