«Dove io sia nato in fondo poco importa [...] Ho visto la luce nella Brindisi del disordinato sviluppo petrolchimico degli anni '60; ma non avevo ancora messo i piedi a terra che la mia famiglia si era trasferita in una gelida e poverissima Romania, a Plojesti, dove tanti giovani ingegneri dell'Europa occidentale speravano di trovare un futuro nel rilancio di giacimenti petroliferi in via di esaurimento. Non erano passati tre anni che si dovettero fare di nuovo le valigie e ripartire, ora alla volta dei più promettenti paesi mediorientali: ci stabilimmo in un primo tempo a Kirkuk (Iraq), e poi definitivamente nella sterminata capitale iraniana, Teheran. Lì sarei rimasto fino ai 14 anni...»