Gli animali della nostra letteratura sono messaggeri: alludono a una condizione personale, introducono a una comune "umana sorte", qualche volta aprono uno spiraglio che svela percorsi e predilezioni dell'Avventura poetica. Messaggeri - ma più che messaggeri - sono quelli che ci accolgono dai versi di Rita Imperatori. Perché anch'essi alludono alla nostra comune condizione e a quella del loro autore, e anch'essi zampettano sulla pagina nella scelta di una parola o di un ritmo; ma sono ambasciatori privilegiati, che rivelano, accanto al nostro, il loro personale sentire. La loro vita ci è consegnata dallo sguardo affettuoso dell'amica che li raccoglie e li racconta, o addirittura narrata in prima persona, come nel canto dell'uccello salvato e liberato che appartiene "all'aria e alle sue insidie" e che ora "dall'alto" può guardare alla terra [Il varco]. Gli animali che un'amicizia calda e rispettosa introduce in poesia ricambiano l'affetto con piccoli miracoli, generando versi splendidi. (Dalla Prefazione di Maria Teresa Giaveri)