Nel 1977 Adriano Spatola pubblicò nella collana Geiger "Mi faranno santo", primo libretto di Valdo Immovilli, con una manciata di poesie che sbucavano sotto la porta di casa come missive senza francobollo ma con sfolgorante ironia, come si atteggiassero a ruolo di prime donne sul palcoscenico della nuova poesia cercata e ricercata in quel di Mulino di Bazzano, sede di una rivista (Tam Tam) dirompente e di un editore che voleva a ogni costo cambiare le carte in tavola... Un linguaggio elementare doveroso, preciso e fulminante, come se di colpo Beckett avesse preso in mano la direzione del programma e degli eventi della realtà... Immovilli è cambiato mentre cambiava il mondo, anche se a tratti ancora conserva i toni dell'antico teatro, facendo pensare che a torto o a ragione la realtà si è sincronizzata con certi suoi abitanti, e che si provoca da sé usando l'unico linguaggio possibile messo in campo da Valdo, perché fuori d' esso niente esiste più. (Dalla Prefazione di Elio Grasso)