L'ambizione di questi versi di Vincenzo Guarracino è quella di poter "amalgamare nel messaggio poetico - lucrezianamente e leopardianamente - immaginazione e pensiero", come rileva il poeta e prefatore Gilberto Isella, in un dire che nella scena dell'oggi non nasconde "l'intento di investigare i fondamenti perduti, o meglio oggi travisati, dell'essere-al-mondo, in breve l'archè... (in) una lingua che, interpellando l'ethos ai primordi, approfitti per mettere in luce le proprie valenze spirituali".