«... Al tempo delle vicende narrate avrei tanto voluto un libro così, che mi dicesse: "un giorno avrai tempo per lavarti, pettinarti, cucinare, per scrivere le tue memorie". Avrei voluto che gli psichiatri di mia madre leggessero questi versi, per capire davvero in profondità, al di là di qualsiasi diagnosi. Soprattutto, io e mia madre, vorremmo che nel sentirsi dire "psicosi bipolare", più persone possibili ne capissero il dramma. Nel mondo attuale la poesia sta quasi scomparendo e io ne sono felice; perchè di qualsiasi cosa sente la mancanza, proprio di quello l'essere umano ha fame e sete. La poesia risiede dove c'è privazione, ma fiducia».