Un cammino di immagini nitide riflette pensieri asciutti mentre scende la sera della vita. La coscienza di sé come essere caduco, netta e senza illusioni, risuona in poesie di grande valore intimistico. Abbandonato un orizzonte al di là dell'esistere terreno, si supera il risvolto consolatorio che esso in sé offriva, ritrovandosi ad affrontare radicali interrogativi. Ma si tratta di un passo necessario per poi non scoprirsi in difetto con quanto nel profondo si avverte come verità ultima. La solitudine quindi non è una condizione penosa, bensì la descrizione di un destino che esperienza e sensibilità hanno ormai svelato per ciò che è. La memoria si affaccia sulle dimensioni del tempo più lontano, nel passato e ancor più nel futuro, sostenendone la vertigine, contaminandosi di sfumature oniriche, offrendo significati ulteriori. Echeggia un ripetersi infinito, in cui un uomo, con ogni suo affanno, è minuzia. Ma non per questo si può rinunciare, non per questo si può lasciarsi scorrere il vissuto addosso. Anzi la presenza nel qui e ora, volontà ed energia, è quanto dà un senso al nostro esistere. Attraverso visioni intense e capaci spesso di suscitare sensazioni materiche, si succedono metafore complesse, che sfidano quanto limita le parole per tentare di instillare in ognuna di loro la pregnanza di emozioni penetranti. Non una stanca remissività o la malinconia di un esistere senza forze scorre in queste liriche. Al contrario esse sono innervate da una consapevolezza ben radicata di sé come essere sì fragile e spesso contraddittorio, ma saldo nel coraggio della sincerità.