Con Guido Gozzano comincia all'inizio del Novecento una stagione del tutto nuova per la poesia italiana, non più scritta da nobili chiusi nelle loro biblioteche come Leopardi e Manzoni o da professori eruditi come Carducci e Pascoli e neppure da uomini di mondo in cerca di successo come d'Annunzio. No, Gozzano è un ragazzo di famiglia della buona borghesia che ama la lettura condotta da autodidatta, e che cerca nella scrittura di esprimere i suoi stati d'animo: spesso combattuti tra il desiderio della vita semplice in una natura ancora non intaccata dagli uomini e la sua insoddisfacente condizione intellettuale; e per uscire da questo perdurante malessere, ravvivato da un tono ironico fino ad allora quasi assente dalla letteratura italiana, non rimane che la fuga nel mondo dei sogni, raccontati con parole e immagini chiare e coinvolgenti. Nella sua breve vita, Gozzano (1883-1916) ha pubblicato solo due raccolte complete di poesie: "La via del rifugio" (1907) e "I colloqui" (1911) che qui ora presentiamo affidate alle cure di Maria Teresa Caprile, con un saggio introduttivo di Vincenzo Gueglio e una presentazione di Francesco De Nicola, che precisa le caratteristiche di questa edizione, ricca di note su personaggi, situazioni storiche e vocaboli oggi non più in uso, ma del tutto priva, tranne qualche breve osservazione alla conclusione di ciascun testo, di interpretazione o classificazione delle poesie di Gozzano che ciascun lettore, come ci sembra indiscutibile, valuterà secondo la sua sensibilità e formazione.