Nostalgia dell'azione nasce dall'incontro tra la scrittura poetica di Ana Gorría (Barcelona, 1979) e l'arte grafica di Marta Azparren (Santa Cruz de Tenerife, 1968). Il dialogo intessuto dalle due autrici spagnole si presenta inizialmente come un omaggio all'opera cinematografica di Maya Deren (1917-1961), regista sperimentale statunitense di origini ucraine, ma assume via via le forme di una costruzione intermediale autonoma, che riprende ed elabora alcuni pilastri della poetica dereniana. Come scrive Beatrice Seligardi nella prefazione, «Deren [...] si concentra su una definizione di poesia come "forma di approccio all'esperienza", caratterizzata da una struttura che lei chiama "verticale" - in opposizione all'orizzontalità dello sviluppo drammaturgico classico - fondata su "l'indagine di una situazione che testimoni la ramificazione del momento". La poesia, ci dice Deren, non si occupa di ciò che accade, ma di ciò che rimane invisibile, "l'emozione, o il contenuto metafisico del movimento"». In luogo dell'aspirazione titanica all'opera d'arte totale, è proprio questa ricerca e cura dell'invisibile che si ritrova nei versi di Gorría, tradotti da Lorenzo Mari, e nelle illustrazioni di Marta Azparren.