"Tarnac" è un libro che non ha paura di sporcarsi le mani con i due luoghi più osceni del letterario, ossia il lirico e il politico. Con un afflato rimbaudiano, in cui lirismo e politicità collimano perfettamente, Gleize sfrutta le figure della luce e della polvere per testimoniare la trasformazione dello spazio sociale, e dare ritmo in controtempo all'azione, attraverso un connubio di versi e prosa rastremati da una sintassi semplice e perentoria. Questo libro, presa di parola collettiva legata all'ormai celebre 'affaire Tarnac' e quindi a doppio filo all'eroica storia del movimentismo francese, trasforma la poesia in un lucidissimo atto politico: insieme lirismo oggettivo e risposta alla strumentalizzazione poliziesca della paura. Alla tendenziosa accusa di terrorismo evocata per Tarnac, Gleize risponde con una «storia della polvere» che è un meraviglioso atto letterario di 'insoumission': così nelle sue mani poesia, luce e polvere diventano l'unico modo per ripensarci come un 'noi'.