Una poesia intimamente donna, introspettiva, libera da orpelli letterari, cesellata da una spontaneità cristallina. Goccia a goccia Giusy Vanni costruisce versi ben equilibrati e ci restituisce l'esistenza profonda delle cose piccole e quotidiane, dei gesti che si ripetono uguali tutti i giorni. Un viaggio incerto, il suo, sospeso sulla speranza di un ineffabile altro che si annuncia da lontano, come l'attimo prima dell'alba quando la notte sembra cedere il passo al giorno ma ancora avvolge ogni cosa. L'attesa della luce, lo sguardo volto all'orizzonte, il connubio tra apparenza e realtà rende quell'attimo estatico quasi immobile e perfetto: una sorta di lucido invito a proseguire il cammino perché, pur nell'ineluttabilità del dolore quotidiano, vale la pena non rassegnarsi e fondersi con l'arcobaleno. Idealmente suddivisa in colori la silloge si offre emozionalmente pura al lettore tramite le relazioni emotive con cui i colori stessi vengono percepiti dalla poetessa; relazioni che sono il risultato di esperienze o associazioni soggettive, di vissuto e non vissuto, le quali, come nel caso dell'arte espressionistica possono risultare estremamente individuali. E come in un quadro di Monet, Giusy Vanni pennella e rivisita le tinte percepite sì che ogni colore diventa strumento per stimolare direttamente l'anima.