"Trovo che i versi di "Conversari" siano la conferma del dono poetico di Peppino Rosato, di una sua amarezza fibrosa, di una sua interrogazione costante: ma anche di un suo spiccato sentimento del paesaggio, o meglio ancora del tempo che si disegna nel paesaggio (specialmente invernale)." (dalla prefazione di Giovanni Tesio)