Scarpe logore, scatolette arrugginite, lamiere ritorte, brandelli di stoffa, chiodi, pezzi di legno: "di tanti alpini, delle loro gesta, è tutto quel che resta". Giuseppe Langella evoca la vita quotidiana dei soldati della grande guerra, costretti nell'angustia delle trincee, fra reticolati e cunicoli, a partire proprio da queste esili tracce, dolorose reliquie di una via crucis di angosce, di disagi e di pazienza, nella quale poteva essere "clemenza morire in un fulgore, neanche il tempo di dire 'muoio'". Con tavole d'artista e nota di Franca Grisoni.