Giuseppe Gorlani in quest'opera prosegue il discorso iniziato in gioventù con "Anatema" e ripreso più di recente con "Visioni del soma". Le sue prose non rientrano nel semplice esercizio letterario; in esse, infatti, abbiamo una sintesi di filosofia, yoga e attenzione estetica o di culto per la bellezza della parola. Le opere di Gorlani sono caratterizzate dall'unità tra la forma e il contenuto. Egli scrive di una realtà cui tende quotidianamente; e con ciò egli si distacca dalla schizofrenia, tipica di buona parte del mondo occidentale moderno, per la quale la comprensione intellettuale e lo stile di vita restano puntualmente cose distinte. Per esempio, suscitare il tapas (calore ascetico, forza creativa) non è per l'autore un concetto astratto, ma una verità che scaturisce dal costante e concreto anelito al superamento dei condizionamenti velanti l'ineffabile.