"A mo' di puisìa" non è un vestito di stoffa, ma pelle viva, di volta in volta ironica, malinconica, insinuante, inattesa, elegiaca, sorprendente ma necessaria. Il verso è svelto e nervoso perché tutto sostanza di atti. è tanto denso perché concentra, anziché diluire, i pensieri, usando la lingua parlata dei padri che racchiude in sé tutti i linguaggi del proprio vissuto, consapevole che la civiltà umana è civiltà di parola e la parola è più spirituale dell'immagine.