"Il tema insolito, persino raccapricciante, è svolto da Giulia Rusconi con una naturalezza che non s'incontra in molti autori di questa generazione. E soprattutto ne resta escluso il dolore, quell'innaturale, fittizio stato di sofferenza esistenziale che si esibisce in tanta poesia di ieri e di oggi, anche di giovanissimi, come se solo questo legittimasse il fare poesia: soffro dunque scrivo. Non è così, la poesia nasce dalla superficie, sono gli stimoli, le occasioni del reale a dare il via a quello scavo che, come dice il sempre attuale Caproni, fa del poeta un minatore." (dalla Prefazione)