Ripubblicare l'edizione critica di Myricae allestita da Giuseppe Nava più di quaranta anni fa significa anzitutto ripresentare un opera ancora insuperata per i suoi risultati filologici e imprescindibile per gli studiosi di Giovanni Pascoli e che i lavori anche più recenti su Myricae, e non solo, hanno continuato ad avere come punto di riferimento e di confronto rimasto impareggiato: un punto di svolta determinante negli studi pascoliani, almeno quanto il celeberrimo saggio del 1955, Il linguaggio di Pascoli, del Contini, tra i maestri di Giuseppe Nava.