L'autore, colto umanista e poeta, padrone del latino più elegante e del volgare più trasgressivo, emerso dal trauma epocale del sacco di Roma del 1527, visse la stagione del disincanto per i valori fondativi delle humanae litterae ed espresse il disagio di una generazione delusa e disorientata. I suoi ventitré capitoli burleschi, pubblicati in edizione critica, si rilevano elaborazione originale, vivace e ironica del nascente modello burlesco.