"Fedele all'anelito che lo contraddistingue da sempre, Fierro ci porta a considerare quasi ecologicamente la necessità di spogliarci di un apparato di schermi al fine di ritrovare la pelle, il supporto ripulito e il codice di una scrittura amorosa, al limite tra inconscio (dove la parola sconfina nel silenzio) e la coscienza intenzionale che secondo la sua naturale tendenza esce da un io per andare verso un tu." (Marco Marangoni)